Dal 20 al 23 Ottobre il Nuovo Cinema Aquila ospiterà l’NCA Festival – Focus: Language is a Virus, con proiezioni e incontri a tema.
Language is a Virus nasce con l’intento di estrapolare dalla storia del cinema recente il concetto di cultura intesa come ‘contagio positivo’ (parafrasando un ben noto film di Stanley Kubrick: ‘Come imparai a non preoccuparmi e ad amare il virus’).
Assoluta priorità è stata data ai lavori realizzati proprio durante il lockdown dovuto alla pandemia di Covid19.
Il titolo della rassegna è un omaggio ad un autentico baluardo dell’art-rock legato alle installazioni museali: Laurie Anderson, la cui ‘Language is a Virus’ è ispirata agli scritti di William S. Burroughs
“’Il linguaggio è un virus venuto dallo spazio’ era una citazione da William Burroughs. Trovavo strano che fosse proprio uno scrittore a sostenere che il linguaggio è una malattia che si trasmette per via orale. D’altronde è’ veramente difficile esprimere a parole i propri pensieri. Amo le parole, ma sono anche convinta che siano parecchio ingannevoli: è una delle ragioni per cui mi sono dedicata linguisticamente alle arti visivi e musicali” (Laurie Anderson)
Poche espressioni del 2020 resteranno proverbiali come quella che sentenzia come mai si siano consumati tanti film se non durante la quarantena (non in sala, ovviamente). Esperti della Settima Arte hanno partorito nuovissimi saggi che girano attorno all’idea di caos e crollo dei valori che consegue alla diffusione di inattese epidemie, esaminando un gran numero di pellicole classiche, senza lesinare auree ascendenze letterarie. Altri hanno scandagliato come radar l’intera storia del cinema di genere, che attorno all’idea di “invasione” in larghissima parte gira. Pochi tengono conto del cinema indipendente come voce fuori dal coro, che ha avuto il coraggio di prendere di petto e al tempo stesso arginare la tematica “instant” del Covid19, come pretesto per una critica alla contemporaneità e ancor di più come detonatore di “necessari” viaggi interiori e mentali: quei percorsi filmici per eccellenza che sempre più spesso rappresentano l’unico viatico che traghetta il cinema verso la status di linguaggio puro.
Queste inattese e liberatorie forme di “diaristica visuale”, hanno infettato anche la Mostra di Venezia 2020 che ha presentato ben tre lavori che dal lockdown prendono spunto. Con ‘Molecole’ Andrea Segre testimonia il suo essere rimasto bloccato proprio a Venezia durante la quarantena e averne preso spunto per un’intima indagine sul lascito esistenziale di un genitore fisico-chimico molto legato alla Laguna, che qualche intangibile messaggio cifrato doveva certo avergli lasciato. Ancora più curativo deve essere stato per Elisa Fuksas l’ugualmente liquido ‘iSola’, un’investigazione sul potere del “Racconto” interamente girata col telefono, tesa a cogliere la vertigine della regista stessa, che proprio durante la pandemia scopre di avere una malattia. E’ invece una storia d’amore tra due giovani donne nel tempo del lockdown – “costretta” quindi nel tempo e nello spazio quanto nelle emozioni – la vicenda che l’artista visiva Serena Vittorini traccia nel non meno autobiografico ‘En ce Moment’.
Ugualmente underground e “virali” seppur agli antipodi sono ‘2020-Frammenti-Primi passi sulla Terra-Balla co’ Nisuno’ di Laura Albery Bruno (girato in buona parte al Pigneto – il quartiere che ‘ospita’ il Nuovo Cinema Aquila – il film si chiede quale sia il ruolo dell’Arte se oppressa dai recenti mesi di chiusura) e ‘Chez Nous’ di Francesco Tellico e Sabina Tortorella (web-serie composta di otto brevissimi episodi, vira in forme di neo-commedia sofisticata un’inattesa convivenza parigina tra un montatore e una ricercatrice, cinefila e ovviamente “forzata”).
Il film italiano più profetico dell’anno è invece il mystery d’autore ‘Buio’ di Emanuela Rossi: presentato lo scorso anno a Festa di Roma, ha fatto molto parlare di sé in piena pandemia per aver inaugurato nuove formule distribuitive e per i toni allusivi e femmineamente irrequieti con cui porta in scena una quarantena atomica e “secolare”, gli stessi che gli hanno portato il Nastro d’Argento SIAE per la miglior sceneggiatura. Contagioso e pieno di luce è invece ‘La febbre di Gennaro’ di Daniele Cini, documentario che racconta le numerose missioni umanitarie del giovane Gennaro, dal Medio Oriente alla Colombia, dalle navi di ricerca e soccorso nel Mediterraneo alle epidemie di Ebola e Covid-19, che oggi affronta in Yemen con Medici Senza Frontiere.
Due pellicole più tese ed aspre, che suonano un autentico campanello d’allarme, sono poi ‘Genesis 2.0’ di Christian Frei e Maxim Abugaev e ‘L’ di Babis Makridis. Il primo è un documentario svizzero sul dilemma etico-scientifico principe del 2020 – quello del “superare la linea” – nel quale la caccia all’oro bianco rivela uno scenario futuristico in cui il mondo potrebbe essere sovvertito. Il secondo è invece l’opera prima dell’autore del greco ‘Miserere’ (un notevole successo nella nostra sala), anch’esso scritto da Efthymis Filippou, sceneggiatore di fiducia di Yorgos Lanthimos: sguardo grottesco e severo sulla neo-precarietà ellenica (i protagonisti sono una famiglia che vive separatamente in due automobili), è carico di immagini perturbanti, tra le quali risalta quella dei motociclisti dai caschi sigillati da un incauto nastro adesivo.
Infine non poteva mancare l’appuntamento di saggistica sapiente e fittamente multimediale con il giornalista Michele Mezza, che proporrà per l’occasione la sua ultima uscita libraria. ‘Il contagio dell’algoritmo’ ci lancia una sfida ancora ben poco dibattuta: “accrescere le nostre competenze digitali per difendere la democrazia e non arrancare nella lotta al virus”. Che – stavolta no – non viene certo dallo spazio profondo.
20 ottobre
ore 17.20
2020 – Frammenti – Primi passi sulla Terra – Balla co’ Nisuno (2020, Laura Albery Bruno, 41’)
seguirà incontro con l’autrice moderato da Fabio Meloni, responsabile del ‘Nuovo Cinema Aquila Festival’
ore 18.20
Fabio Meloni, responsabile del ‘Nuovo Cinema Aquila Festival’, presenta
L (2011, Babis Makridis, 92′)
ore 20.10
Presentazione libro ‘Il contagio dell’algoritmo‘ di Michele Mezza (aperta al pubblico)
ore 21.10
La febbre di Gennaro (2020, Daniele Cini, 52′)
seguirà incontro con l’autore, il protagonista Gennaro Giudetti e la produttrice Claudia Pampinella moderato dal regista Mimmo Calopresti
21 ottobre
ore 19.30
Chez Nous (2020, Francesco Tellico &Sabina Tortorella, web-serie in otto episodi, 16′)
seguirà incontro con l’autore moderato moderato da Fabio Meloni, responsabile del ‘Nuovo Cinema Aquila Festival’
ore 20.10
Fabio Meloni, responsabile del ‘Nuovo Cinema Aquila Festival’, presenta
En Ce Moment (2020, Serena Vittorini, 15′)
ore 20.50
Molecole (2020, Andrea Segre, 68′)
seguirà incontro con la montatrice Chiara Russo moderato dal regista Mimmo Calopresti
22 ottobre
ore 18.30
Fabio Meloni, responsabile del ‘Nuovo Cinema Aquila Festival’, presenta
Genesis 2.0 (2018, Christian Frei & Maxim Abugaev, 113′)
ore 20.40
Fabio Meloni, responsabile del ‘Nuovo Cinema Aquila Festival’, presenta
iSola (2020, Elisa Fuksas, 80′)
23 ottobre
ore 20.50
Buio (2019, Emanuela Rossi, 98′)
seguirà incontro con l’autrice moderato dal regista Mimmo Calopresti
L’ingresso per tutte le proiezioni sarà a € 5,00. L’iniziativa è sostenuta dal MiBAC – Direzione Generale per il Cinema.