in collaborazione con Greenpeace e in occasione della
Giornata internazionale delle Foreste
Il regista Daniele Incalcaterra e Martina Borghi, responsabile campagna foreste di Greenpeace Italia, incontrano il pubblico del Nuovo Cinema Aquila per presentare il documentario
CHACO
Il 21 marzo a Roma, al Nuovo Cinema Aquila, in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste, in collaborazione con Greenpeace, avrà inizio il tour nelle sale italiane di Chaco, il nuovo film di Daniele Incalcaterra e Fausta Quattrini, un documentario personale costruito come un thriller politico: una battaglia per l’ambiente tramutata in progetto cinematografico, che con le sue immagini mostra le cicatrici di un territorio segnato dai tronchi abbattuti dalle ruspe e dalla foresta che si fa sempre più piccola.
La Giornata Internazionale delle Foreste
Cruciali per la stessa vita sul pianeta terra, eppure a rischio: le foreste, ormai da molti anni, sembrano segnate da questo destino, e per quanto lo si ripeta poche questioni restano più attuali e stringenti della loro progressiva scomparsa.
«Sono la casa di una grande varietà di piante e animali e forniscono riparo e mezzi di sostentamento a centinaia di milioni di persone. Gli scienziati avvertono anche che proteggere le ultime foreste del mondo è cruciale per evitare i peggiori effetti dei cambiamenti climatici. Nonostante ciò, ogni 3 secondi, nel mondo scompare un’area di foresta grande quanto un campo da calcio.
Secondo il rapporto FAO “Stato delle Foreste nel Mondo 2018”, fra il 2010 e il 2015 si è verificata una perdita globale di copertura foreste pari a 7.6 milioni di ettari all’anno.
Si stima che l’originale copertura forestale del Pianeta avesse un’estensione di quasi 6 miliardi di ettari. Ad oggi, almeno un terzo della copertura forestale originale del mondo è andata completamente persa», racconta Greenpeace.
Proprio per questo, nel 2012 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito per il 21 marzo la Giornata Internazionale delle Foreste.
Il film
In occasione di questa ricorrenza, dal 21 marzo arriva nelle sale italiane Chaco, il nuovo documentario di Daniele Incalcaterra e Fausta Quattrini, che ha raccolto prestigiosi riconoscimenti internazionali: Miglior Lungometraggio del Concorso Internazionale al 59º Festival dei Popoli, premio Greenpeace al Festival Internazionale di Mar del Plata 2017, Miglior Film del Concorso Nazionale a Vision du Rèel 2018.
Eppure il percorso più importante della pellicola non ha a che fare col cinema in senso stretto, ma con la vicenda personale del regista Daniele Incalcaterra, legata proprio a un pezzo di foresta e alla lotta per difenderla.
Cinquemila ettari nel Chaco Paraguayano, per la precisione: nient’altro che un “rettangolino giallo” su una cartina, apparentemente: un’eredità ricevuta dal padre, che però può diventare l’ultimo baluardo per proteggere una risorsa fondamentale che in quell’area sta scomparendo, minacciata da una burocrazia problematica e soprattutto da interessi finanziari.
Chaco ci racconta infatti di una battaglia che va avanti da anni: da una parte dello schieramento troviamo l’agribusiness e i grandi proprietari terrieri, che stanno trasformando la foresta in appezzamenti coltivabili. Dall’altra Incalcaterra, che difende i suoi 5.000 ettari guidato dal sogno di poterli preservare e restituire alla popolazione nativa dei Guarani Ñandeva.
Il regista, come racconta nel precedente film El Impenetrable, grazie a un decreto dell’ex presidente della Repubblica Paraguayana Fernando Lugo, ha trasformato la sua terra in “Arcadia”, una riserva naturale privata.
Una storia tra le tante, forse, ma che diventa emblematica di un fenomeno più grande, che non può e non deve lasciare indifferenti. Un’eredità della dittatura e della speculazione ha fatto sì che in Paraguay sia partita una cessione costante di terre a capitali stranieri, con pochissimi fazenderos che detengono appezzamenti enormi. Questi vengono rasi al suolo e coltivati, per poi esportare tutto in Europa e in Cina.
«L’espansione agricola è responsabile dell’80 per cento della deforestazione globale con effetti devastanti sul clima e sulla biodiversità ed è spesso associata alla violazione dei diritti umani, in particolare quelli dei popoli indigeni e delle comunità tradizionali. L’Unione Europea è tra i principali importatori mondiali di prodotti agricoli: quasi il 40 per cento dei terreni utilizzati per soddisfare i consumi dell’UE si trova fuori dall’Europa», fa sapere Greenpeace. «La stragrande maggioranza della soia coltivata nel Chaco è destinata all’esportazione. L’espansione e l’aumento di terreni coltivati a soia è trainato prevalentemente dalla domanda dell’industria mangimistica, in relazione all’aumento di produzione e consumo globale di carne e prodotti lattiero-caseari. La Commissione Europea – aggiunge Greenpeace – ha riconosciuto che l’Europa deve fare molto di più per proteggere le foreste del mondo. Dovrebbe iniziare proponendo una legislazione per garantire che il cibo che mangiamo e i prodotti che utilizziamo non distruggano le foreste e non vengano prodotti a discapito dei diritti delle popolazioni indigene e delle comunità tradizionali. Inoltre, sono necessarie proposte politiche concrete per contribuire a ridurre il consumo eccessivo di carne e prodotti lattiero-caseari in Europa».
Finora è stato questo l’esito di uno dei tanti capitoli dello scontro per il controllo del patrimonio forestale in Sudamerica, certo non l’unico. Ma Incalcaterra trasforma la sua battaglia ambientale in un film che ci invita a non rimanere immobili, perché quando si parla di foreste, parliamo del nostro futuro.
SINOSSI
Ogni giorno 2000 ettari di foresta vengono distrutti nel Chaco paraguaiano. Dopo El Impenetrable (2012), il regista Daniele Incalcaterra, con la co-regista Fausta Quattrini, espone ancora una volta la posta in gioco e i problemi relativi ai 5.000 ettari di foresta vergine del Chaco ereditata dal padre. Incalcaterra cerca ostinatamente di restituire questa terra ai Guarani-Ñandevas, i legittimi proprietari della foresta, e impedire un progetto di deforestazione per la produzione industriale di soia transgenica e carne. Ma certuni non apprezzano la sua azione. Inizia una lotta aspra e intransigente contro interessi finanziari e burocrati. Incalcaterra spera, basandosi sul decreto del presidente della repubblica Fernando Lugo, di creare una riserva naturale chiamata Arcadia e un osservatorio scientifico per studiare gli effetti devastanti della deforestazione. Chi vincerà? Una politica rispettosa della natura o quella del denaro? Corruzione, minacce e pericolo o speranza e utopia? Un film potente ed emozionante costruito come uno sconcertante thriller politico.
DANIELE INCALCATERRA
Daniele Incalcaterra è un regista conosciuto a livello internazionale. Ha diretto film in Francia, Russia, Italia, Bolivia, Argentina e Paraguay. Come regista di film politici e sociali, il suo lavoro è un continuo evolversi dall’idea di cinema diretto, in cui l’osservazione puntuale degli avvenimenti trova uno sviluppo in narrazioni forti e personaggi appassionanti. Nel 1990 realizza in Bolivia Chapare, sui cocaleros e il loro sindacalista Evo Morales, oggi Presidente della Repubblica. Nel 1993 realizza Tierra de Avellaneda, selezionato al Festival di Venezia nel 1993.
Repubblica Nostra (1995) è invece ambientato in Italia ai tempi dell’ascesa di Silvio Berlusconi, mentre FaSinPat – Fabrica Sin Patron (2004) racconta l’autogestione di una fabbrica nell’Argentina della grande crisi. In El Impenetrable (2012), realizzato con Fausta Quattrini e distribuito in Italia con Milano Film Network, si mette in gioco personalmente e con grande onestà interpreta le contraddizioni di un europeo di fronte allo scempio della foresta vergine e dei popoli originari.
FAUSTA QUATTRINI
Fausta Quattrini è una regista svizzera. Ha studiato danza contemporanea a Parigi e ha ottenuto una laurea in architettura all’ETH di Zurigo nel 1991. Ha lavorato con molte compagnie di danza e teatro in Francia e Svizzera. Dal 1997 ha iniziato a lavorare come regista di documentari. I suoi principali lavori sono: El Impenetrable (2012), co-diretto con Daniele Incalcarterra, La Natión Mapuce (2007) che ha vinto il premio al Miglior Documentario al TFF 2007 e Miglior Documentario al Festival De Cine de los Pueblos del Sur de Venezuela 2008, Epicentro Vallegrande (2005), Contra-Site (2003) co-diretto con Daniele Incalcaterra, selezionato alla 60ª Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Nuovi Territori, Organizaciones Horizontales (2003), selezionato al BAFICI Buenos Aires e a Locarno Sessions nel 2002.
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